L’avvento di Whatsapp PAY
Arriva Whatsapp PAY: la sperimentazione in Brasile e il futuro arrivo anche in Italia
In un’era dove la digitalizzazione rappresenta la spinta trainante di tutte le imprese, anche le più grandi aziende tecnologiche si stanno addentrando nel settore dei pagamenti digitali.
Dopo alcuni test prova effettuati in India, non senza numerose criticità rilevate da parte delle autorità locali, il Brasile sarà il primo paese al Mondo che ospiterà il nuovo servizio di pagamento digitale attraverso la rinomata applicazione WhatsApp.
Ad annunciarlo è stato Mark Zuckemeberg, fondatore e CEO di Facebook in un suo post.
Dalle prime evidenze del lancio del servizio in Brasile, si intuisce che gli sviluppatori stanno lavorando su una duplice direzione: quella business e quella privata.
WhatsApp Pay, infatti, funziona sia come metodo di pagamento fra un’azienda e un utente (dunque nella chat di un sito e-commerce che si affida a WhatsApp Business, il compratore può effettuare il pagamento senza dover uscire dall’applicazione), sia come metodo di scambio denaro fra persone. L’idea di Zuckemberg è quindi quella di rendere una delle più importanti app di messaggistica istantanea al mondo, anche un sistema di pagamento digitale. Sebbene si tratti di un progetto di valore, non si tratta di una vera e propria innovazione.
Se ci spostiamo dall’altra parte del Mondo, cioè in Cina, le piattaforme di Zuckemberg non sono abilitate sul territorio, e di conseguenza sono state sviluppate applicazioni simili che però in questo caso hanno addirittura anticipato il proprio “concorrente”. WhatsApp Pay potrebbe infatti somigliare molto alla sua omologa app di messaggistica cinese: WeChat. Già dal 2015, WeChat Pay permette ai propri utilizzatori di pagare in maniera del tutto automatizzata attraverso la propria applicazione di messaggistica. Nei negozi fisici il pagamento è facilitato dal fatto che basta scannerizzare il QR code dell’utente per portare a termine la transazione. Gli utenti registrati sono più di 1 miliardo e le carte di credito registrate più di 200 milioni. Chissà se Zuckemberg riuscirà a fare di meglio?